Neemia 5

Nuova Riveduta 2006

1 «Ci fu un grande lamento tra gli uomini del popolo e le loro mogli contro i Giudei, loro fratelli.2 Alcuni dicevano: “Noi, i nostri figli e le nostre figlie siamo numerosi; dateci del grano perché possiamo mangiare e vivere!”3 Altri dicevano: “Impegnamo i nostri campi, le nostre vigne e le nostre case per assicurarci del grano durante la carestia!”4 Altri ancora dicevano: “Noi abbiamo preso del denaro ipotecando i nostri campi e le nostre vigne per pagare il tributo del re.5 Ora la nostra carne è come la carne dei nostri fratelli, i nostri figli sono come i loro figli; ed ecco che dobbiamo sottoporre i nostri figli e le nostre figlie alla schiavitù, e alcune delle nostre figlie sono già ridotte schiave; e noi non possiamo farci nulla, perché i nostri campi e le nostre vigne sono in mano d’altri”.6 Quando udii i loro lamenti e queste parole, fui molto indignato.7 Dopo aver molto riflettuto, rimproverai aspramente i notabili e i magistrati e dissi loro: “Come! Voi prestate a interesse ai vostri fratelli?” Convocai contro di loro una grande assemblea8 e dissi loro: “Noi, secondo la nostra possibilità, abbiamo riscattato i nostri fratelli giudei che si erano venduti ai pagani; e voi stessi vendereste i vostri fratelli, ed è a noi che essi sarebbero venduti!” Allora quelli tacquero e non seppero che rispondere.9 Dissi ancora: “Quello che voi fate non è ben fatto. Non dovreste piuttosto camminare nel timore del nostro Dio per non essere oltraggiati dai pagani nostri nemici?10 Anch’io, i miei fratelli e i miei servi abbiamo dato loro in prestito denaro e grano. Vi prego, condoniamo loro questo debito!11 Restituite oggi i loro campi, le loro vigne, i loro uliveti e le loro case, e la percentuale del denaro, del grano, del vino e dell’olio che avete ottenuto da loro come interesse”.12 Quelli risposero: “Restituiremo tutto e non domanderemo loro più nulla; faremo come tu dici”. Allora chiamai i sacerdoti, e in loro presenza li feci giurare che avrebbero mantenuto la promessa.13 Poi, agitando il mio mantello, dissi: “Così Dio scuota dalla sua casa e dai suoi beni chiunque non avrà mantenuto questa promessa, e sia egli scosso e resti senza nulla!” Tutta l’assemblea disse: “Amen!” Poi celebrarono il Signore. E il popolo mantenne la promessa.14 «Dal giorno in cui venni nominato governatore nel paese di Giuda, dal ventesimo anno fino al trentaduesimo anno del re Artaserse, per dodici anni, né io né i miei fratelli godemmo del compenso assegnato al governatore.15 I governatori che mi avevano preceduto avevano gravato il popolo, ricevendone pane e vino, oltre a quaranta sicli d’argento; perfino i loro servi angariavano il popolo; ma io non ho fatto così, perché ho avuto timor di Dio.16 Anzi, ho messo mano ai lavori di riparazione di queste mura, e non abbiamo comprato nessun campo, e tutta la mia gente si è raccolta là a lavorare.17 Avevo a tavola con me centocinquanta uomini, Giudei e magistrati, oltre a quelli che venivano a noi dalle nazioni circostanti.18 Ogni giorno venivano preparati per me un bue, sei montoni scelti e del pollame; e ogni dieci giorni si preparava grande abbondanza di vini di ogni qualità; tuttavia io non chiesi mai il compenso dovuto al governatore, perché il popolo era già gravato abbastanza a causa dei lavori.19 O mio Dio, ricòrdati – per farmi del bene – di tutto quello che ho fatto per questo popolo.

Neemia 5

La Parola è Vita

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