1 Re 12

Nuova Riveduta 2006

1 Roboamo andò a Sichem, perché tutto Israele era venuto a Sichem per farlo re.2 Quando Geroboamo, figlio di Nebat, lo seppe, si trovava ancora in Egitto, dov’era fuggito per scampare dal re Salomone; egli abitava in Egitto,3 e lo mandarono a chiamare. Allora Geroboamo e tutta l’assemblea d’Israele vennero a parlare a Roboamo e gli dissero:4 «Tuo padre ha reso duro il nostro giogo; ora rendi tu più lievi la dura servitù e il giogo pesante che tuo padre ci ha imposti, e noi ti serviremo».5 Egli rispose loro: «Andatevene, e tornate da me fra tre giorni». E il popolo se ne andò.6 Il re Roboamo si consigliò con i vecchi che erano stati al servizio del re Salomone suo padre mentre era vivo, e disse: «Che cosa mi consigliate di rispondere a questo popolo?»7 E quelli gli parlarono così: «Se oggi tu ti fai servo di questo popolo, se gli cedi, se gli rispondi e gli parli con bontà, ti sarà servo per sempre».8 Ma Roboamo trascurò il consiglio datogli dai vecchi e si consigliò con i giovani che erano cresciuti con lui ed erano al suo servizio,9 e disse loro: «Come consigliate di rispondere a questo popolo che mi ha parlato dicendo: “Allevia il giogo che tuo padre ci ha imposto”?»10 I giovani che erano cresciuti con lui gli risposero: «Ecco quel che dirai a questo popolo che si è rivolto a te dicendo: “Tuo padre ha reso pesante il nostro giogo, e tu rendilo più leggero!” Gli risponderai così: “Il mio dito mignolo è più grosso del corpo di mio padre;11 mio padre vi ha caricati di un giogo pesante, ma io lo renderò più pesante ancora; mio padre vi ha castigati con la frusta, e io vi castigherò con i flagelli a punte”».12 Tre giorni dopo Geroboamo e tutto il popolo vennero da Roboamo, come aveva ordinato il re dicendo: «Tornate da me fra tre giorni».13 Il re rispose duramente al popolo, abbandonando il consiglio che i vecchi gli avevano dato;14 parlò loro secondo il consiglio dei giovani e disse: «Mio padre ha reso pesante il vostro giogo, ma io lo renderò più pesante ancora; mio padre vi ha castigati con la frusta, e io vi castigherò con i flagelli a punte».15 Così il re non diede ascolto al popolo; perché tutto ciò era diretto dal Signore, affinché si adempisse la parola che il Signore aveva pronunciata per mezzo di Aiia di Silo a Geroboamo, figlio di Nebat.16 Quando tutto Israele vide che il re non gli dava ascolto, rispose al re, dicendo: «Che abbiamo da fare con Davide? Noi non abbiamo nulla in comune con il figlio d’Isai! Alle tue tende, o Israele! Provvedi ora tu alla tua casa, o Davide!» E Israele se ne andò alle sue tende.17 Ma sui figli d’Israele che abitavano nelle città di Giuda regnò Roboamo.18 Il re Roboamo mandò loro Adoram, responsabile dei lavori forzati; ma tutto Israele lo lapidò, ed egli morì. E il re Roboamo salì in fretta sopra un carro per fuggire a Gerusalemme.19 Così Israele si ribellò alla casa di Davide, ed è rimasto ribelle fino a oggi.20 Quando tutto Israele udì che Geroboamo era tornato, lo mandò a chiamare perché venisse alla comunità, e lo fece re su tutto Israele. Nessuno seguì la casa di Davide, tranne la sola tribù di Giuda.21 Quando Roboamo giunse a Gerusalemme, radunò tutta la casa di Giuda e la tribù di Beniamino, centottantamila uomini, guerrieri scelti, per combattere contro la casa d’Israele e restituire il regno a Roboamo, figlio di Salomone.22 Ma la parola di Dio fu rivolta a Semaia, uomo di Dio, in questi termini:23 «Parla a Roboamo, figlio di Salomone, re di Giuda, a tutta la casa di Giuda e di Beniamino e al resto del popolo, e di’ loro:24 “Così parla il Signore: ‘Non salite a combattere contro i vostri fratelli, i figli d’Israele! Ognuno se ne torni a casa sua; perché questo è avvenuto per mia volontà’”». Quelli ubbidirono alla parola del Signore e se ne tornarono, secondo la parola del Signore.25 Geroboamo costruì Sichem nella regione montuosa di Efraim e vi si stabilì; poi uscì di là e costruì Penuel.26 Geroboamo disse in cuor suo: «Ora il regno potrebbe benissimo tornare alla casa di Davide.27 Se questo popolo sale a Gerusalemme per offrire sacrifici nella casa del Signore, il suo cuore si volgerà verso il suo signore, verso Roboamo, re di Giuda, mi uccideranno e torneranno a Roboamo, re di Giuda».28 Il re, quindi, dopo essersi consigliato, fece due vitelli d’oro e disse al popolo: «Siete ormai saliti abbastanza a Gerusalemme! O Israele, ecco i tuoi dèi che ti hanno fatto uscire dal paese d’Egitto[1]29 E ne mise uno a Betel e l’altro a Dan.30 Questo diventò un’occasione di peccato, perché il popolo andava fino a Dan per presentarsi davanti a uno di quei vitelli.31 Egli fece anche dei santuari di alti luoghi e creò dei sacerdoti, presi qua e là dal popolo, che non erano dei figli di Levi[2].32 Geroboamo istituì pure una solennità nell’ottavo mese, nel quindicesimo giorno del mese, simile alla solennità che si celebrava in Giuda, e offrì dei sacrifici sull’altare. Così fece a Betel perché si offrissero sacrifici ai vitelli che egli aveva fatti; e a Betel stabilì i sacerdoti degli alti luoghi che aveva eretti.33 Il quindicesimo giorno dell’ottavo mese, che aveva scelto di testa sua, Geroboamo salì all’altare che aveva costruito a Betel, celebrò una solennità per i figli d’Israele e salì all’altare per bruciare incenso.

1 Re 12

Neue evangelistische Übersetzung

1 Rehabeam reiste nach Sichem,[1] denn ganz Israel war dorthin gekommen, um ihn als König zu bestätigen.2 Als Jerobeam Ben-Nebat davon hörte, kehrte er aus Ägypten zurück, wohin er vor Salomo hatte fliehen müssen.3 Nun ließen die Israeliten ihn rufen. Da stellte er sich vor die Volksversammlung Israels und sagte zu Rehabeam:4 "Dein Vater hat uns ein hartes Joch auferlegt. Erleichtere uns jetzt die Last, die dein Vater uns aufgebürdet hat, und seine harte Zwangsarbeit, dann wollen wir dir untertan sein."5 "Kommt in drei Tagen wieder zu mir!", erwiderte Rehabeam. Als das Volk gegangen war,6 beriet sich König Rehabeam mit den Alten, die bereits im Dienst seines Vaters Salomo gestanden hatten. Er fragte sie: "Was ratet ihr mir? Welche Antwort soll ich dem Volk geben?"7 Sie sagten: "Wenn du ihnen heute zu Willen bist, wenn du ihnen entgegenkommst und freundlich mit ihnen redest, werden sie dir für immer gehorchen."8 Doch er verwarf den Rat der Alten und fragte die jungen Leute, die mit ihm aufgewachsen waren und jetzt in seinem Dienst standen.9 "Was ratet ihr mir? Was sollen wir diesem Volk sagen, das von mir verlangt hat, das Joch zu erleichtern, das mein Vater auf sie gelegt hat?"10 Da sagten ihm die jungen Leute, die mit ihm aufgewachsen waren: "Dem Volk, das von dir verlangt, das schwere Joch zu erleichtern, das dein Vater ihm auferlegt hat, sollst du sagen: 'Mein kleiner Finger ist dicker als die Hüften meines Vaters!11 Mein Vater hat euch eine schwere Last aufgeladen, ich werde sie noch schwerer machen! Mein Vater hat euch mit Peitschen gezüchtigt, ich werde es mit Stachelpeitschen tun!'"12 Am dritten Tag kamen Jerobeam und das ganze Volk wieder zu Rehabeam, wie der König ihnen gesagt hatte.13 König Rehabeam gab ihnen eine harte Antwort. Er verwarf die Empfehlung der Alten14 und richtete sich nach dem Rat der jungen Leute. Er sagte: "Mein Vater hat euch eine schwere Last aufgeladen, ich werde sie noch schwerer machen! Mein Vater hat euch mit Peitschen gezüchtigt, ich werde es mit Stachelpeitschen tun!"15 Der König hörte also nicht auf das Volk. Jahwe hatte es so gefügt, um das Wort wahr zu machen, das er, Jahwe, durch Ahija von Schilo zu Jerobeam Ben-Nebat gesprochen hatte.16 Die Israeliten begriffen jetzt, dass der König nicht auf sie hören wollte, und riefen als Antwort: "Was geht uns Davids Sippe an? / Isais Sohn gehört nicht zu uns! / Auf, nach Hause, Israel! / Mag Davids Sippe doch sehen, wo sie bleibt!" Dann gingen sie wieder nach Hause.17 Rehabeam wurde also nur über die Israeliten König, die sich in den Städten Judas angesiedelt hatten.18 ‹Noch von Sichem aus› hatte der König Hadoram, den Beauftragten für die Zwangsarbeit, zu den Israeliten geschickt. Aber die hatten ihn zu Tode gesteinigt. König Rehabeam selbst konnte gerade noch seinen Wagen erreichen und nach Jerusalem entkommen.19 So sagten sich die Nordstämme Israels vom Königshaus David los und sind bis zum heutigen Tag von ihm getrennt.20 Als es sich in Israel herumgesprochen hatte, dass Jerobeam zurückgekehrt war, ließen ihn die Nordstämme in ihre Volksversammlung rufen und machten ihn zu ihrem König. Nur der Stamm Juda hielt sich noch zum Königshaus Davids.21 Als Rehabeam in Jerusalem angekommen war, stellte er aus den Stämmen Juda und Benjamin ein Heer von 180.000 Soldaten[2] zusammen. Sie sollten gegen Israel kämpfen, um die Königsherrschaft für Rehabeam zurückzuerobern.22 Da kam das Wort Jahwes zu einem Mann Gottes namens Schemaja:23 "Sag zu Rehabeam Ben-Salomo, dem König von Juda, und zu dem Rest des Volkes in Juda und Benjamin:24 So spricht Jahwe: Zieht nicht los! Kämpft nicht gegen eure Brüder! Kehrt allesamt nach Hause zurück! Ich selbst habe es so gefügt.'" Da gehorchten sie den Worten Jahwes, kehrten um und gingen nach Hause.25 Jerobeam baute Sichem im Bergland von Efraïm aus und machte es zu seiner Residenz. Später ließ er auch Pnuël[3] ausbauen.26 Aber er fürchtete, dass das Königtum doch wieder an die Nachkommen Davids zurückfallen könnte.27 "Wenn das Volk regelmäßig nach Jerusalem zieht", dachte er, "und dort im Haus Jahwes Opferfeste feiert, dann werden sich die Leute bald wieder ihrem früheren Herrn, dem König von Juda, zuwenden und Rehabeam als ihren König anerkennen. Mich werden sie umbringen und sich Rehabeam unterstellen."28 So beschloss er, zwei goldene Stierkälber anfertigen zu lassen. Zum Volk sagte er: "Ihr müsst nicht länger nach Jerusalem gehen. Hier sind deine Götter, Israel, die dich aus Ägypten herausgeführt haben!"29 Das eine Stierkalb ließ er in Bet-El[4] aufstellen, das andere in Dan.[5] (Gen 35,1)30 Doch diese Sache wurde zur Sünde. Ja, das Volk führte in einer Prozession das eine Stierkalb bis nach Dan.31 Jerobeam ließ auch ein Höhenheiligtum bauen und setzte Priester aus dem Volk ein, die nicht zum Stamm Levi gehörten.32 Dann richtete er ein Fest ein, das am 15. November[6] stattfinden und dem Laubhüttenfest in Jerusalem entsprechen sollte. Dabei stieg er in Bet-El auf den Altar, um seinem Kalb zu opfern. Die Priester, die er eingesetzt hatte, wirkten dabei mit.33 Am 15. November, dem Tag, den er eigenmächtig festgesetzt hatte, veranstaltete Jerobeam ein Fest für die Israeliten. Dazu stieg er auf den Altar, den er in Bet-El aufgestellt hatte, um ein Räucheropfer darzubringen.