Psalm 88 | Nuova Riveduta 2006 Neue evangelistische Übersetzung

Psalm 88 | Nuova Riveduta 2006

Lamento durante l’afflizione

1 Cantico. Salmo dei figli di Core. Al direttore del coro. Da cantarsi mestamente. Cantico di Eman, l’Ezraita. Signore, Dio della mia salvezza, io grido giorno e notte davanti a te. 2 Giunga fino a te la mia preghiera; porgi orecchio al mio grido, 3 perché l’anima mia è sazia di mali e la mia vita è vicina al soggiorno dei morti. 4 Io sono contato tra quelli che scendono nella tomba; sono come un uomo che non ha più forza. 5 Sto disteso fra i morti, come gli uccisi che giacciono nella tomba, di cui non ti ricordi più e che la tua mano ha abbandonato. 6 Tu mi hai messo nella fossa più profonda, in luoghi tenebrosi, negli abissi. 7 L’ira tua pesa su di me, tu mi hai travolto con tutti i tuoi flutti. [Pausa] 8 Hai allontanato da me i miei amici, mi hai reso abominevole per loro. Io sono imprigionato e non posso uscire. 9 I miei occhi si consumano di dolore; io t’invoco ogni giorno, Signore, e tendo verso di te le mie mani. 10 Farai forse qualche miracolo per i morti? I defunti potranno risorgere a celebrarti? [Pausa] 11 La tua bontà sarà narrata nel sepolcro? O la tua fedeltà nel luogo della distruzione? 12 Le tue meraviglie saranno forse conosciute nelle tenebre, e la tua giustizia nella terra dell’oblìo? 13 Ma io grido a te, o Signore, e la mattina la mia preghiera ti viene incontro. 14 Perché, Signore, respingi l’anima mia? Perché mi nascondi il tuo volto? 15 Io sono afflitto e agonizzante fin dalla mia gioventù; io porto il peso dei tuoi terrori e sono smarrito. 16 Il tuo sdegno mi travolge, i tuoi terrori mi annientano, 17 mi circondano come acque tutto il giorno, mi stringono tutti assieme. 18 Hai allontanato da me amici e conoscenti; le tenebre sono la mia compagnia.

La Sacra Bibbia Nuova Riveduta 2006 – versione standard © 2006 Società Biblica di Ginevra

Neue evangelistische Übersetzung

Am Rand des Todes

1 Ein Psalmlied der Nachkommen Korachs. Dem Chorleiter. Zu singen auf schwermütige Weise. Ein Lehrgedicht von Heman, dem Esrachiter. 2 Jahwe, Gott meines Heils, / Tag und Nacht schrei ich zu dir! 3 Lass mein Gebet zu dir kommen! / Schenk meinem Rufen ein offenes Ohr! 4 Mit Leid bin ich gesättigt, / mein Leben ist nahe am Tod. 5 Ich werde schon zu den Toten gezählt. / Ich bin wie ein Mann ohne Kraft. 6 Ich bin wie einer, der schon im Massengrab liegt, / ein Erschlagener, an den du nicht mehr denkst. / Deine Hilfe erreicht ihn nicht mehr. 7 Du hast mich in die tiefste Grube gelegt, / in die finstersten Tiefen. 8 Schwer liegt dein Zorn auf mir, / mit Wellen und Wogen drückst du mich nieder. ♪ 9 Meine Freunde hast du von mir entfernt, / sie wenden sich mit Abscheu von mir ab. / Ich bin gefangen und kann nicht hinaus. 10 Vor lauter Elend werden meine Augen blind. Jeden Tag rufe ich zu dir, Jahwe, / und strecke meine Hände nach dir aus. 11 Wirst du an den Toten Wunder tun? / Sollen die Gestorbenen dich loben? ♪ 12 Wird man im Grab von deiner Gnade erzählen, / im Abgrund von deiner Treue? 13 Werden in der Finsternis deine Wunder bekannt / und deine Gerechtigkeit im Land des Vergessens? 14 Ich aber, Jahwe, ich schreie zu dir. / Jeden Morgen erreicht dich mein Gebet. 15 Warum, Jahwe, verabscheust du mich, / verbirgst du dein Gesicht vor mir? 16 Todkrank und elend von Jugend an / ertrage ich starr deine Schrecken. 17 Wie ein Feuer rast dein Zorn über mich hin, / deine Schrecken vernichten mich. 18 Wie tödliche Fluten dringen sie auf mich ein, / von allen Seiten bin ich bedroht. 19 Freunde und Nachbarn hast du mir entfremdet, / mein einziger Begleiter ist die Finsternis.